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Il termine psicologia deriva dal greco psyché, che significa "spirito, anima", e logos "discorso, studio"; letteralmente la psicologia coinciderebbe quindi lo studio dell'anima o dello spirito. In questo significato entrò nella nostra cultura e nel 1520 il termine venne introdotto anche la forma latina di psychologia, probabilmente ad opera dell'umanista Filippo Melantone che ricomprendeva nella psicologia anche le conoscenze filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie degli esseri umani.
La rivoluzione copernicana avvenne nell'Ottocento quando vennero integrate fisiologia, con i suoi studi indirizzati alla comprensione del funzionamento degli organi di senso, e filosofia, che vede tra i suoi temi fondanti il rapporto tra mente e corpo.
Tra i padri della psicologia sperimentale possiamo ricordare Charles Darwin, che indagò in particolare le emozioni, e Gustav Theodor Fechner, medico e filosofo tedesco fondatore della psicofisica.
La paternità della psicologia come disciplina accademica è, invece, ascrivibile a Wilhelm Wundt, il quale fondò un laboratorio a Lipsia nel 1879 raccogliendo un'enorme quantità di dati sperimentali integrando teoria e pratica. Wundt fu tra i primi ad applicare il metodo sperimentale allo studio della mente, studiò gli individui e la "psicologia dei popoli" attraverso il suo approccio basato sull'elementarismo, considerando cioè la psiche come la somma di elementi semplici (sensazioni, sentimenti etc...). L'approccio di Wundt prese il nome di strutturalismo ed il suo metodo si fondò sull'introspezione, ovvero sull'auto-osservazione dei processi mentali da parte degli stessi soggetti sottoposti a specifici test in laboratorio per i quali erano stati preparati.
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